Picnic PostNL, Fabio Jakobsen in cerca di riscatto nel 2025: “Voglio tornare il vecchio Fabio, quello vincente”

Il 2024 è stato un anno molto complicato per Fabio Jakobsen. Il velocista neerlandese ha affrontato la sua prima stagione con il Team dsm-firmenich PostNL (che dall’anno prossimo prenderà il nome di Picnic PostNL) riuscendo a portare a casa un solo successo, una tappa al Giro di Turchia, mentre nei due Grandi Giri corsi, Giro d’Italia e Tour de France (entrambi non portati a termine), il miglior risultato è stato un quinto posto ottenuto a Saint Vulbas. L’ex campione europeo vuole quindi lasciarsi rapidamente alle spalle questa annata negativa per cercare di tornare il corridore ammirato in Soudal Quick-Step, capace di ottenere più di 40 successi e di ritornare al top dopo un grave infortunio, quello riportato al Giro di Polonia 2020.

Guardo a quest’anno in modo piuttosto neutrale – ha dichiarato Jakobsen a Wielerflits – Non è stato drammatico, ma nemmeno eccezionale. Nuova squadra, materiale diverso, nuove persone, nuovi compagni di squadra. Ma riassumendo in breve: non è stato abbastanza buono per lo sport di vertice […] In passato potevo imprimere un’accelerazione durante lo sprint. Quest’anno non è stato possibile. Negli ultimi 100-150 metri non avevo nulla in più. Non è mai colpa di una cosa o di qualcun altro. È colpa mia e devo migliorare. In tutti i settori ci deve essere un passo in più: allenamento, collaborazione con i compagni di squadra, materiale e tattica. Bisogna continuare a migliorare“.

Il 28enne non sa spiegarsi cosa non abbia funzionato nel 2024: “Forse il cambio di squadra… Non l’ho sottovalutato, ma non è stato nemmeno facile. Sapevo che sarebbe stato un adattamento a diversi livelli. Mi sono concentrato su questo aspetto. E sì, da un lato è mentalmente difficile. Si viene da una situazione in cui si corre sempre per vincere. D’altra parte, non si può rimanere arrabbiati per giorni perché non si vince. Bisogna prendere la situazione e vedere cosa si può migliorare”.

“Naturalmente non intendo puntare il dito – ha proseguito lo sprinter neerlandese – Penso che le persone che devono assumersi la responsabilità lo abbiano fatto. In primo luogo me stesso. Avrei dovuto indicare e comunicare meglio ciò che penso. D’altra parte, quando si entra a far parte di una nuova squadra, non si può subito fare i sapientoni e dire: ‘Voglio che tutto vada come voglio io, perché so come deve andare’. Non è così che funziona e non lo voglio nemmeno io. Si tratta sempre di trovare un equilibrio tra mantenere la fede nel processo e affrontare le battute d’arresto”.

Il classe 1996 riconosce anche che il livello, non solo dei velocisti, ma del ciclismo in generale, è cresciuto molto ultimamente e bisogna cercare di tenere il passo: “Se non si migliora nel ciclismo attuale, si sta fermi e gli altri inevitabilmente ti superano. In termini di attrezzatura, alimentazione e allenamento, le cose devono sempre migliorare ovunque. Se non lo si fa, si rimane indietro. Credo che questo sia stato in parte il mio caso. E forse in parte anche con la squadra. Arrivano altre squadre. Lo si nota con le altre formazioni del WorldTour che stanno improvvisamente recuperando terreno. Perché? Perché migliorano […] Bisogna tenere il passo del gruppo. Il livello generale sta crescendo. Anche la squadra se ne è resa conto. Ma non dimentichiamo che l’anno scorso abbiamo ottenuto il maggior numero di vittorie in un anno dal 2014. Ma può e deve essere meglio”.

Jakobsen e la sua squadra stanno quindi lavorando per sistemare ciò che non ha funzionato quest’anno, con l’ex campione europeo che è impaziente di tornare a correre e a vincere: “Non vedo l’ora di iniziare la nuova stagione. Sono pieno di entusiasmo. L’anno scorso i miei migliori risultati al Tour sono stati il quinto e il settimo posto. Se si può fare questo con le sensazioni che avevo allora, si può anche vincere quando si è in buona forma. Soprattutto se si è di nuovo il corridore vincente di un tempo. Sono quindi fiducioso. L’anno 2024 è stato negativo, sì. Lottare per uscirne è difficile, ma non impossibile. Io posso farlo […] Quindi voglio ottenere di più. Lo vuole anche la squadra, lo voglio anch’io. Il vecchio Fabio, quello vincente, è la descrizione giusta. Voglio vincere di più, preferibilmente ottenere il maggior numero possibile di vittorie“.

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